CIOCCOLATO: UN VIZIO DI FAMIGLIALa nostra storia inizia nel 1954
Dalla cabina del camion al laboratorio di cioccolato
Walter Berni, quando nel 1954 decise di avviare un’attività di cioccolateria, non era esattamente un esperto di cioccolato. Erano gli anni del Dopoguerra, l’Italia tentava di riprendere fiato dopo la catastrofe bellica e ognuno cercava la propria strada con molta tenacia e un pizzico di inventiva.
Walter, che all’epoca faceva il trasportatore, era da poco salito all’altare con Luppi Dina e, come molti, cercava di migliorare la propria situazione economica. In quel periodo aveva saputo che a Reggio Emilia era fallito il Dolcificio Emiliano e i macchinari erano stati messi in svendita. ‘’Erano piccole attrezzature, sia chiaro, niente di paragonabile alla tecnologia di oggi’’ ricorda Paolo Berni, figlio di Walter e Dina e attuale Titolare dell’azienda.
La tentazione fu forte sin da subito, anche se nessuno dei due aveva alcun tipo di esperienza nel settore. Il sano pragmatismo della coppia, però, ebbe la meglio su ogni timore e la decisione fu presa: si acquistarono le macchine in blocco e si aprì un piccolo laboratorio a Modena in Via
Scanaroli. Era effettivamente un laboratorio di piccole dimensioni, non più di cinquanta metri quadrati, ricavato in una piccola zona all’interno della falegnameria del nonno di Paolo. La qualità era alquanto scarsa, i macchinari erano datati, però lì si è cominciato a pasticciare con cucchiai, cioccolato, esperimenti a bagnomaria e qualche fornello.
Si tentava in qualche modo di carpire i segreti più profondi del cioccolato.
Il boom delle uova di Pasqua
Negli anni Sessanta, acquisita l’esperienza necessaria, il cioccolato non ha quasi più segreti per la famiglia Berni, che padroneggia sempre meglio miscele e macinature, riconosce al palato le infinite varietà del cacao, azzarda sperimentazioni e spinge sull’acceleratore della gamma dei prodotti.
A metà degli anni Sessanta il laboratorio contava 15 dipendenti ed era ormai chiaro che fosse necessario fare delle scelte. Alla fine del decennio si abbandonò, senza rammarico, il ventaglio della produzione per concentrarsi esclusivamente sulle uova di Pasqua per i successivi vent’anni, fino all’inizio degli anni Novanta. È stato un lungo periodo che ha permesso all’azienda di mettere a punto l’organizzazione.
Paolo Berni è entrato a far parte dell’azienda all’inizio degli anni Ottanta, rinunciando a terminare gli studi di Medicina senza alcun rammarico. Ha vissuto in prima persona la fase della grande evoluzione tecnologica che portò Dolcem al salto di qualità nel 1983, quando vennero introdotte nuove linee automatizzate, lasciando così alle spalle gran parte del lavoro manuale.
All’inizio degli anni Novanta il nuovo quadro economico portò l’Azienda a fare nuovamente delle scelte e, ribaltando l’impostazione di circa vent’anni prima, si decise di allargare nuovamente la gamma produttiva, cominciando a fare prodotti come i presepi di cioccolato, babbi natale, e altri personaggi. Vennero consolidati i rapporti con diverse Onlus, soprattutto per quanto riguarda questa tipologia di produzione e le uova di Pasqua.
DI GENERAZIONE IN GENERAZIONE
Tale padre, tale figlio
Nella nostra famiglia la passione e l’arte del cioccolato si tramandano di generazione in generazione.
Siamo fedeli custodi degli insegnamenti del passato e curiosi esploratori del presente, due facce della stessa medaglia da cui prende vita ogni nostra creazione.
Oggi Dolcem conta più di 25 dipendenti e una produzione annua in costante aumento. Quello che è rimasto uguale, però, è la ricerca della massima qualità e dell’artigianalità dei prodotti.